La voce di 100.000 lavoratrici e lavoratori : presentazione dei risultati dell’inchiesta nazionale sulla condizione dei metalmeccanici in Italia

"Sono disponibili sul sito della Fiom-Cgil i risultati della ricerca nazionale sulle condizioni di lavoro e di vita dei metalmeccanici italiani. Ne La voce di 100.000 lavoratrici e lavoratori, metà dei quali non risulta essere iscritto a nessun sindacato, emergono dati che fotografano una cond...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: Como, Eliana
Institution:ETUI-European Trade Union Institute
Format: TEXT
Language:Italian
Published: Roma 2008
FIOM-CGIL
Subjects:
Online Access:https://www.labourline.org/KENTIKA-19133748124919519209-La-voce-di-100.000-lavoratrici.htm
Description
Summary:"Sono disponibili sul sito della Fiom-Cgil i risultati della ricerca nazionale sulle condizioni di lavoro e di vita dei metalmeccanici italiani. Ne La voce di 100.000 lavoratrici e lavoratori, metà dei quali non risulta essere iscritto a nessun sindacato, emergono dati che fotografano una condizione di profondo malessere, a cominciare dai redditi, non soltanto quelli individuali ma anche quelli familiari. "Il 30% della categoria - si legge - ha un reddito mensile inferiore ai 1.100 euro. Un operaio guadagna mediamente 1.170 euro, un impiegato 1.370. I redditi non aumentano nemmeno con l’età: la differenza tra un operaio con più di 45 anni e uno che ne ha meno di 35 è di appena 100 euro al mese. Le donne, a parità di qualsiasi condizione (qualifica, mansione, orario di lavoro, anzianità), guadagnano meno degli uomini: una su tre non arriva a 1.000 euro al mese". Ma anche sul fronte dell'orario di lavoro settimanale le notizie non sono incoraggianti. "Un intervistato su quattro (26,3%) lavora più di 40 ore a settimana; circa la metà (48%) vorrebbe lavorare meno ore e soltanto una piccolissima minoranza (6%) è disponibile ad aumentare ancora l’orario di lavoro". Per quanto riguarda l'organizzazione del lavoro i dati parlano hiaro: "per la maggior parte degli intervistati - tanto più tra le donne - il lavoro è ripetitivo (65%) e molto parcellizzato (atti e movimenti ripetitivi durano anche meno di 30 secondi), monotono (53%) e con ritmi di lavoro elevati (51%), dettati soprattutto da obiettivi di produzione, ma spesso anche dalla velocità di una macchina e dal controllo dei capi (soprattutto per gli operai ma anche per gli impiegati)". "I dati sull’ambiente fisico -continua la ricerca - parlano di condizioni di lavoro faticose, disagiate e rischiose, soprattutto tra gli operai, largamente esposti a rumori molto forti (56,5%), vibrazioni (50,3%), vapori polveri e sostanze chimiche (43,3%), ma anche a movimenti ripetitivi di mani e braccia (68%) e a posizioni disagiate che provocano dolore (32%). Tanto più questa condizione riguarda le donne, non soltanto le operaie ma anche le impiegate: basti considerare che il 93% delle operaie di 3° livello nella produzione di massa (auto, moto, elettrodomestici) dichiara di essere sottoposta a movimenti ripetitivi di mani e braccia. Sono molti gli operai che dichiarano che nel proprio lavoro è molto alto il rischio di farsi male (20%), fare male ad altri (12%) e contrarre malattie (17,3%). I dati mostrano irrevocabilmente che questi rischi aumentano linearmente con l’orario di lavoro e in particolare oltre le 40 ore. D’altra parte, un operaio su cinque (20%) non è soddisfatto delle informazioni ricevute sulla sicurezza e soltanto il 47% ha avuto contatti con l’Rls". "Il 40% degli intervistati - si legge - ritiene che la propria salute sia stata compromessa a causa del lavoro e il 60% degli operai, ancora di più tra le operaie, dichiara fin d’ora che pensa di non poter continuare a svolgere lo stesso lavoro di oggi quando avrà 60 anni. I disturbi più diffusi sul corpo delle operaie e degli operai sono quelli muscolo-scheletrici (il 40,2% ha dolori alla schiena; il 34,2% a spalle e collo; il 30,8% a braccia e mani; il 25% alle gambe)."
Physical Description:48 p.
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