Cosa ne è stato dei lavoratori parasubordinati : dalle collaborazioni coordinate e continuative al lavoro a progetto

"Le ragioni della presente ricerca risiedono nella necessità di avere una valutazione dell'impatto che le nuove forme di lavoro flessibile, introdotte della legge n. 30/03 hanno avuto e stanno avendo nel mercato del lavoro. In particolare, si è assunto come angolo di osservazione l'...

Full description

Bibliographic Details
Main Authors: Como, Eliana, Oteri, Cristina
Institution:ETUI-European Trade Union Institute
Format: TEXT
Language:Italian
Published: Milano 2004
IRES Lombardia
Subjects:
Online Access:https://www.labourline.org/KENTIKA-19293038124910112109-Cosa-ne-e-stato-dei-lavoratori.htm
Description
Summary:"Le ragioni della presente ricerca risiedono nella necessità di avere una valutazione dell'impatto che le nuove forme di lavoro flessibile, introdotte della legge n. 30/03 hanno avuto e stanno avendo nel mercato del lavoro. In particolare, si è assunto come angolo di osservazione l'area delle collaborazioni coordinate e continuative e del lavoro a progetto cercando di capire cosa sia accaduto nel mercato del lavoro in quest'ultimo anno. L'introduzione della normativa aveva come obiettivo dichiarato la messa a punto di una flessibilità "buona" che contribuisse ad agevolare le imprese ma anche i lavoratori nella probabilità di ottenere un lavoro, a "legalizzare" alcune nicchie di mercato finora coperte sostanzialmente dal lavoro in nero (si veda l'introduzione del lavoro accessorio, del lavoro a chiamata), nonché a "smascherare" le finte collaborazioni, introducendo il lavoro a progetto, che, almeno nelle norme, prevede una delimitazione del campo di applicazione. La nuova normativa, infatti, riduce il campo di applicazione della fattispecie prevista dall'art. 409 comma 3°/c.p.c. stabilendo che per aversi la figura prevista dal codice di procedura, non basta più che la collaborazione si concretizzi in una "prestazione di opera continuativa e coordinata, prevalentemente personale", ma occorre anche che la prestazione sia riconducibile a uno o più progetti specifici o programmi di lavoro o fasi di esso. Deve inoltre trattarsi di un rapporto a termine, determinato o determinabile (in rapporto alla conclusione del progetto). Ciò, nell'intento del legislatore, avrebbe dovuto porre fine o quantomeno scongiurare l'abuso dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa che si è registrato negli scorsi anni, agevolando di fatto il passaggio di una parte dei "vecchi" collaboratori a forme di lavoro dipendente."
Physical Description:43 p.
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